Le origini della canapa sativa

origini della canapa sativa

Modificato il: 25/02/2020

Storia e proprietà della cannabis sativa


Da sempre impegnati per consegnarvi erba light a Milano e provincia quella che vi proponiamo oggi è un approfondimento circa le origini della canapa sativa considerata da moltissimi un vero e proprio “miracolo in terra” per via di tutte le sue proprietà e dei derivanti possibili utilizzi.

La cannabis ha una storia che risale a migliaia di anni fa, addirittura nell’Asia anteriore veniva utilizzata come una sorta di medicinale ma anche per fini rituali. In Europa il suo sviluppo non è stato da meno, soprattutto per la creazione di stoffe e tessuti che hanno dato il via ad un vero mercato.

Originaria dell’Asia centrale, considerata sacra per gli hindu, è arrivata in America solo dopo Colombo ed ha conosciuto una rapida diffusione con applicazioni nel campo della medicina e nella produzione tessile.

Storia e diffusione della cannabis sativa

Quando parliamo di canapa dobbiamo in realtà comprendere che non esiste un solo tipo di pianta, questa si differenzia in base all’ambiente e alle modalità di coltivazione. Con semi diversi si ottengono differenti famiglie di prodotti: marijuana, canapa sativa (senza proprietà psicoattive), canapa indica, canapa ruderalis.

Le forme più conosciute sono le prime due, ma solo la prima ha un effetto stupefacente sull’organismo, tutte le altre tipologie di cannabis derivano da quella sativa e pertanto non hanno alcun effetto.

Il termine canapa deriva dal latino cannabis che ha comunque una derivazione greca. Si utilizza comunemente il termine cannabis che è quello utilizzato dagli inglesi.

La canapa è una pianta che appartiene alla famiglia delle Cannabaceae. Il suo ciclo di vita è annuale, può avere un’altezza da 1.5 a 6 metri ed è costituita da una radice lunga e un fusto che ha delle escrescenze vicino a delle grosse foglie. I fiori maschili di canapa e quelli femminili sono diversi e non tutti utili per la riproduzione.

Il contenuto della canapa è caratterizzato da diversi sottogruppi, questo determina la presenza di CBD oppure di THC. La maggior parte delle piante sono ibride e quindi ha sia CBD che THC.

Le prove storiche dell’utilizzo della canapa risalgono al Neolitico, grazie ad alcuni semi fossilizzati nelle grotte in Romania. Per millenni ha rappresentato una forma tessile molto utile soprattutto per Asia e Medio Oriente. Poi cominciò ad essere coltivata in Occidente e quindi si ampliò la produzione commerciale, veniva utilizzare per la carta e altri sistemi tecnici.

Con il Proibizionismo la situazione è cambiata all’improvviso, l’uso della canapa si è ridotto. Per quanto riguarda l’Italia, l’utilizzo in ambito tessile era molto sviluppato, soprattutto per produrre le vele e le corde delle navi da guerra. Le Repubbliche Marinare commercializzavano la canapa in tutto il mondo.

Le coltivazioni negli Stati Uniti arrivarono verso il XVIII secolo, si hanno le prime testimonianze grazie a George Washington, ma il suo scopo era principalmente a livello produttivo.

Da un punto di vista stupefacente la cannabis veniva utilizzata dalle popolazioni Hindu, dagli Assiri e anche nella medicina cinese, favorendo quindi facilmente la contaminazione con l’Europa occidentale. Ancora prima dell’espansione dell’Impero Romano la cannabis veniva coltivata e utilizzata.

Nel 1800 l’uso dell’hashish in Europa divenne una moda, tutti i grandi artisti di quel tempo ne facevano uso da Victor Hugo a Balzac, al punto da fondare un club.

Tuttavia questi utilizzavano la cannabis che noi oggi definiamo sativa, quindi priva di effetti realmente stupefacenti. In Europa, l’utilizzo della marijuana è stato piuttosto recente, forse per il tardivo arrivo di questa attraverso la rete di commerci. Il prodotto di cui tutti facevano utilizzo come medicinale, elemento per rituali, sedativo era la tipologia di canapa oggi ritenuta legale.

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L’utilizzo della canapa in campo medico: le sue applicazioni

La canapa è stata per migliaia di anni una pianta medicinale, prima del proibizionismo e della sua collocazione tra le droghe, questa veniva utilizzata in tutto il mondo. Uno dei più grandi studiosi dei suoi benefici è stato Lester Grinspoon, psichiatra di Harvard che ha evidenziato come la cannabis sia uno dei prodotti meno tossici da utilizzare.

Anche il famoso attivista Jack Herer ne ha descritto usi e caratteristiche per la cura del dolore. Le analisi comunque sono andate avanti per anni e hanno dimostrato anche come questa sostanza sia utilissima come antidolorifico, soprattutto in pazienti malati di cancro.

I suoi effetti provati da studi clinici aiutano in caso di: nausea, vomito, anoressia, spasmi, dolore, asma, glaucoma. Sono attualmente in corso studi per confermare l’utilità per: malattie autoimmuni, cancro, alterazioni pressorie.

Proprietà e utilizzi della canapa sativa

La canapa sativa è costituita da acidi grassi essenziali come omega 3 e 6, vitamina E, vitamina A e vitamine del gruppo B, contiene inoltre una buona dose di antiossidanti naturali che combattono allergie e infiammazioni.

Gli usi della canapa riguardano la sua applicazione come erba officinale, la produzione di tessuti, carta, carburante, plastica, fibre, vernici, alimenti. In particolare dai suoi semi è possibile ricavare:

  • Tessuti di alto pregio, molto robusti, privi di sostanze chimiche che possono tranquillamente essere mixati ad altre fibre come il cotone.
  • Carta, sfruttando la parte legnosa della pianta e dando vita a fogli molto resistenti che possono essere utilizzati per i giornali o come cartoncino, il cui sbiancamento non richiede l’uso di sostanze inquinanti come avviene comunemente.
  • Prodotti edili, utili alla fabbricazione di qualunque edificio, grazie alla solidità della canapa che può essere utilizzata anche per costruire muri e pavimentazioni.
  • Plastiche, dal momento che può essere trasformata in plastica degradabile perfetta per imballaggi e confezioni che non inquinino l’ambiente.
  • Combustibili, in sostituzione del petrolio e degli altri prodotti simili.
  • Alimentazione, grazie alla bontà dei semi da cui si può ricavare farina e quindi pasta, birra, biscotti, caffè ma anche olii e bevande.
  • Cosmetica, grazie all’utilizzo della canapa è possibile dare vita a prodotti completamente naturali, nutrienti a base di acido y-linoleico che permette alla pelle di essere sempre tonica e giovane.
  • Fitoterapia, come pianta medicinale per ridurre il dolore e proteggere l’organismo.
  • Agricoltura, come prodotto per mantenere l’umidità costante del terreno, impedendo quindi alle erbacce di svilupparsi.

In conclusione…

Nel complesso dunque, grazie anche ai numerosi studi che sono stati effettuati e che continuano ad essere sviluppati, è corretto affermare che la canapa sativa non ha alcun effetto stupefacente, a meno che non vi sia un livello di THC elevato. Questa ha sempre avuto un impiego come pianta medicinale e come base per l’utilizzo di vari prodotti.

La ricerca ha dimostrato le infinite potenzialità di questa pianta che potrebbe essere applicata per la costruzione di case, per l’alimentazione di motori e per la produzione di materiali non inquinanti.