La legge italiana sulla marijuana

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Modificato il: 25/02/2020

Cosa dice esattamente la legge italiana in merito al consumo e l’utilizzo della marijuana light.


La marijuana light a Milano ha ormai raggiunto un’altissima richiesta, a conferma che questo prodotto appartenga a un settore in forte crescita nel nostro Paese, che sostiene centinaia di migliaia di lavoratori e, di conseguenza, anche le loro famiglie.

Nonostante ciò, non è ancora chiaro a tutti cosa dica precisamente la legge italiana sulla marijuana, in quanto negli ultimi mesi si sono susseguite sentenze, circolari ed emendamenti che si sono aggiunti alla normativa già presente.

Cosa dicono quindi la legge sulla canapa e il DDL sulla cannabis legale in Italia?

La legge 242/2016 sulla marijuana light

La legge italiana sulla marijuana light è la 242/2016, entrata in vigore a gennaio 2017. Tale legge consente la coltivazione della canapa sativa depotenziata, ovvero geneticamente modificata affinché le quantità di THC, il principio attivo psicotropo della cannabis, siano inferiori allo 0,5%.

Tale limite è precauzionale in quanto, se superato, potrebbe determinare un effetto psicoattivo della pianta.

I coltivatori possono produrre canapa e, con le dovute autorizzazioni commerciali, immetterla sul mercato.

Sotto quale forma? Il testo non utilizza termini specifici (non nomina infiorescenze, radici, foglie, etc.). È una delle più importanti falle della legge 242: tale incompletezza ha causato infatti una forte confusione e grandi discordie sulla marijuana legale in Italia.

Un’altra incompletezza riguarda gli utilizzi della canapa. Nella legge sono infatti presenti queste parole:

La coltivazione delle varietà di canapa di cui all’articolo 1, comma 2, è consentita senza necessità di autorizzazione.
Dalla canapa coltivata ai sensi del comma 1 è possibile ottenere:

  • alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori;
  • materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati;
  • coltivazioni dedicate alle attivita’ didattiche e dimostrative nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati;
  • semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico;
  • materiale destinato alla pratica del sovescio;
  • materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia;
  • coltivazioni destinate al florovivaismo.

Come puoi notare, la legge dice cosa è possibile ottenere dalle coltivazioni, ma non esclude altri utilizzi. Inoltre analizziamo il termine florovivaismo: il dizionario Treccani lo definisce esattamente come l’attività professionale di produzione e commercializzazione di fiori recisi e di piante in un complesso di serre e vivai”.

legge canapa 2019 in italia

Fiori recisi e piante. Quindi, considerato quanto scritto nella legge e il significato di florovivaismo nella lingua italiana, la compravendita di fiori di cannabis non potrebbe essere illegale. Tanto che fino alla crociata di Salvini le sentenze della Cassazione non andavano assolutamente contro questo prodotto!

Non è tutto: ritornando alle nostre percentuali di THC, devi sapere che il coltivatore, se rispetta determinate condizioni, non è perseguibile.

Legge 242/2016 e responsabilità del coltivatore

Come hai potuto leggere poc’anzi, secondo la legge 242/2016 i coltivatori di marijuana light non corrono alcun rischio se le piantine sottoposte ad analisi presentano percentuali di THC superiori a quelle consentite dalla normativa. A delle particolari condizioni.

Ecco cosa è tenuto a fare un coltivatore di canapa sativa affinché venga dispensato da provvedimenti giuridici:

  • deve acquistare semi certificati a livello europeo, che generano piantine con THC a norma di legge;
  • conservare l’etichetta dei semi e la prova d’acquisto per almeno 1 anno.

Le Autorità possono prelevare dei campioni a scopo di analisi, ma alla sola presenza del coltivatore. Qualora il tetraidrocannabinolo superasse i limiti consentiti, le Autorità possono sequestrare e distruggere la piantagione.

Ok, ora sai tutto sulla coltivazione di marijuana light. Ma cosa possiamo dire sul suo utilizzo?

L’utilizzo della marijuana light secondo la legge

Ecco un altro punto debole della legge sulla marijuana light: il suo utilizzo a scopo ricreativo non è nemmeno accennato. Né proibito né consentito.

Comunque sia è sempre bene non rischiare ed evitare l’utilizzo di marijuana light in luoghi pubblici: essendo identica – nell’aspetto, nell’odore e nel gusto – a quella classica, ovvero ricca di THC, potresti essere sanzionato amministrativamente e rischiare addirittura di dover seguire un programma di riabilitazione al SERT.

In ogni caso, secondo quanto descritto nelle confezioni delle infiorescenze, il prodotto è destinato unicamente all’uso collezionistico, niente di più.

Sembra però che risolvere le incertezze causate dal vuoto normativo non prema solamente a noi del settore. Anche in senato si parla da diverso tempo di ottimizzare la normativa sulla canapa in Italia.

Il DDL 2019 sulla cannabis legale

Già nel 2015 il senatore Benedetto Della Vedova aveva comunicato ai parlamentari la sua richiesta di depenalizzazione e legalizzazione della cannabis in Italia, in quanto la marijuana risulta innocua ma attualmente controllata dalle organizzazioni criminali.

Tanti altri Stati ne hanno fatto un punto di forza, quindi anche quello italiano potrebbe sfruttare al meglio la cannabis light per risollevare almeno in parte l’economia.

Ed è proprio da qui che con tutta probabilità è partito il DDL Cannabis legale 2019 del Movimento 5 Stelle, che propone di rendere legale l’utilizzo ricreativo della marijuana e la produzione autonoma delle infiorescenze.

In questo modo è possibile lavorare sulla sottrazione del predominio sulla cannabis al mercato nero e alle organizzazioni criminali.

Per il momento però la vediamo grigia, in quanto il governo è fortemente frenato dalla precedente propaganda politica contro la canapa da parte dell’ex Ministro dell’Interno Salvini (e non solo).

Ti stai chiedendo il perché di questa affermazione?

Il 12 dicembre 2019 in Commissione di Bilancio è stato approvato, dopo un precedente dietrofront, il sub emendamento che regolava e autorizzava il commercio di infiorescenze, radici, foglie e resina di cannabis light.

Tale emendamento doveva però essere confermato il 16 dicembre in Senato, ma così non è stato. E pare proprio che i motivi non siano tecnici, bensì politici.

Vuoi approfondire? Ne abbiamo parlato nei dettagli nell’articolo “Marijuana legale in Italia: I principali fatti del 2019“.

Per il momento il vuoto normativo permane, ma il blocco dell’emendamento potrebbe non essere definitivo. Siamo speranzosi!