Marijuana in Giappone: è permesso coltivarla, venderla e comprarla?

dove la cannabis non è legale

Modificato il: 25/02/2020

Il consumo e la vendita di marijuana sono consentiti in Giappone? Ecco tutto quello che devi sapere a riguardo.


Sei incuriosito dal commercio della cannabis in Italia (e magari hai usufruito delle consegne a domicilio di marijuana light a Milano) e vuoi conoscere la normativa a riguardo nelle altre parti del mondo?

Ottima idea: nello scorso articolo ti abbiamo parlato della legislazione sulla cannabis in Africa, oggi ci concentreremo sul Giappone.

Il Giappone è indubbiamente uno dei Paesi più affascinanti al mondo. Tra tradizione culinaria, folklore, arte, metropoli efficienti e un codice di comportamento unico nel suo genere, probabilmente non vi è persona nel XXI secolo che non ha sognato, almeno una volta nella sua vita di andare in Giappone.

Ciò in cui il paese del Sol Levante, tuttavia, pecca è un’adeguata legislazione per quanto riguarda la marijuana, sia Indica che Sativa, sia psicotropa che light.

Per quanto riguarda il corpo di leggi, infatti, il Giappone resta ancora asservito alle direttive emanate dagli USA nell’immediato secondo dopoguerra.

Nessun cultore di cannabis o prodotti derivati, dunque, può recarsi in Giappone da sprovveduto, ma è necessario sia a conoscenza dei pericoli che corre e dei consigli su come comportarsi in uno dei Paesi più misteriosi al mondo.

La storia della cannabis in Giappone

Il territorio giapponese è particolarmente indicato per la coltivazione della cannabis, sia per la composizione del suolo e i suoi nutrienti sia per il clima.

Vi sono stati ritrovamenti di residui di fibre di cannabis su reperti del periodo Jomon (7000-1000 a.C.) e la pianta ha continuato nei millenni ad essere impiegata per la produzione di indumenti, ceste e corde per archi.

utilizzi della canapa in giappone

 

In particolare le tradizionali sacche impiegate per l’immagazzinamento e il trasporto del riso sono fatte con fibre di canapa. Si calcola che prima degli anni ’50 in Giappone vi fossero circa 1638,65 ettari coltivati a cannabis, con oltre 25.118 lavoratori impiegati nel settore.

Il veto sulla cannabis arrivò insieme alle due bombe atomiche.

Con la resa, infatti, il Giappone dovette sottostare ad un governatorato protezionista attuato dagli USA che, in pratica, impiegarono il paese come una succursale dei loro mercati.

Per una pianta flessibile e competitiva come la cannabis non vi era di certo posto!

Nel 1948 viene emanata la Legge sul Controllo della Cannabis che stabiliva la possibilità di coltivare canapa da parte del privato cittadino unicamente per scopi non-stupefacenti e previo rilascio di speciali licenze messe a disposizione dalle singole Prefetture.

In tal modo il freno posto alla coltura della marijuana portò tale pianta sull’orlo dell’estinzione nelle isole giapponesi: i 1638,65 ettari passarono in una decina d’anni ai poco più che 5 ettari coltivati del 1966.

La legge sulla cannabis ne legava la coltura unicamente alla produzione di artigianato tradizionale, presentando per gli individui scoperti a coltivare senza licenza, a comprare, vendere o possedere marijuana delle sanzioni anche molto gravi.

L’apparato legislativo giapponese in materia di cannabis è rimasto fortemente inalterato fino ad oggi, rappresentando uno dei casi giuridici di inadeguatezza ai tempi e di difettosità più eclatanti al mondo.

Come e dove trovare marijuana in Giappone

Trovare marijuana in Giappone non è impossibile, ma si tratta di un’operazione illegale, con rischi non indifferenti.

Il mercato nero delle droghe è in mano alla criminalità organizzata nipponica, la famosa Yakuza, e non è difficile trovare persone che possano vendere marijuana o hashish nei pressi dei parchi o delle stazioni.

Nella capitale, Tokyo, inoltre, vi sono due quartieri in particolare famosi per la facilità con cui è possibile reperire della cannabis: Shibuya e Roppongi.

Proprio il rischio che corre sia il compratore sia il venditore condiziona di molto la qualità della marijuana reperibile in Giappone. A volte si possono acquistare, infatti, inflorescenze della migliore qualità mentre a volta ci si troverà in mano cannabis della peggior specie.

I rischi che corri se acquisti e consumi marijuana in Giappone

Proprio in quanto si tratta di un prodotto considerato completamente illegale, è assolutamente necessario conoscere i rischi.

La polizia giapponese, infatti, è molto severa e perfettamente organizzata, per cui non si è mai completamente al sicuro nei luoghi aperti.

Inoltre la cultura della cannabis non è molto radicata nella popolazione, con il risultato che, se scoperti a fumare anche dai civili, è altamente probabile che siano loro stessi ad avvisare le forze dell’ordine.

Secondo la legislatura nipponica, fino alla prova definitiva della vostra innocenza o colpevolezza verrai comunque ritenuto colpevole dalle forze dell’ordine.

Motivo per cui potresti incorrere, nel migliore dei casi, nell’espulsione a vita dal Paese e, nel peggiore, scontare cinque anni di carcere con lavori socialmente utili.

Per tale motivo è consigliabile astenersi dall’acquisto per tutto il periodo di permanenza nel paese del Sol Levante.

Insomma, sarebbe meglio che ti limitassi all’acquisto di cannabis light in Italia!