È legale vendere e comprare cannabidiolo?

Chiarezza a qualche mese di distanza dal decreto della cassazione

Modificato il: 25/02/2020

Chiarezza a qualche mese di distanza dal decreto della cassazione


Attualmente la situazione in Italia per ciò che riguarda l’argomento cannabis light è ancora poco chiara, anche se si tratta di un discorso molto più ampio e ci si trova ancora a chiedersi se vendere marijuana ne incentivi  l’utilizzo: non si tratta di una sostanza da utilizzare a scopo ricreativo, ma di un composto che è in grado di contrastare e combattere, in maniera concreta, determinate patologie.

Nel nostro Paese, inoltre, i prodotti a base di cannabis hanno permesso la diffusione di più di 1.500 imprese specializzate nel settore – tra le quali ovviamente anche la nostra che ti permette di ordinare marijuana light a domicilio – avendo un impatto più che positivo sull’economia. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulla legislazione attuale, così da comprendere quali sono le regole, attualmente un po’ incerte, da seguire.

La legge n.242

Nei precedenti articoli abbiamo visto come si comportano tutti i differenti stati, Austria, Messico, Olanda etc… in tema di Marijuana ma un importante passo avanti per l’Italia è stato fatto il 14 gennaio 2017 con l’approvazione della legge n. 242 atta a promuovere la coltivazione della canapa di varietà Cannabis Sativa. Si tratta di una normativa fondamentale per precisare il campo d’applicazione della cannabis, le percentuali di THC e CBD da rispettare e il modo corretto di gestire un’eventuale attività nel settore.

Prima di tutto, bisogna sottolineare che tale legge si è rivelata importante anche per diminuire l’impatto ambientale causato dall’agricoltura intensiva e per sostenere l’economia locale. In riferimento al tasso di THC, questo deve essere pari allo 0,02% con un’oscillazione permessa fino allo 0,6%.

Nessuna responsabilità grava sull’agricoltore, anche se, nel caso non si rispettassero le regole imposte, l’autorità può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa. La riproduzione di pianta di canapa è consentita solo da semi certificati.

È, inoltre, obbligatorio conservare le documentazioni relative all’acquisto e il cartellino della semente in questione. Non c’è bisogno di alcuna autorizzazione per iniziare a coltivare canapa, anche se è sempre bene informare le autorità locali così da non suscitare sospetti di attività illecite. Una normativa poco esplicita per ciò che riguarda l’uso ricreativo di marijuana light: stando alle leggi stabilite in precedenza, è vietato il consumo personale di erba.

cassazione e marijuana chiarezza sul decreto

Decreto della cassazione: ecco le temporanee sentenze sulla cannabis light

Polemiche e sentenze ancora poco chiare caratterizzano la situazione attuale del nostro Paese. Nonostante gli effettivi cambiamenti a livello economico, ambientale e la possibilità di usufruire di prodotti naturali e benefici per combattere contro diverse patologie, l’Italia sembra voler regredire. La vendita e la commercializzazione al pubblico di prodotti derivati dalla coltivazione di cannabis sativa potrebbe essere reato.

Stando alle motivazioni dei giudici, la vendita di infiorescenze, oli e resina ottenuti dalla coltivazione della varietà di Cannabis Sativa, non rientrano nel campo di applicabilità della legge n.242, che dichiara lecita la sola attività di coltivazione della canapa stessa, sempre di varietà iscritte nel Catalogo europeo.

Gli unici prodotti che si potrebbero vendere e comprare, dunque, sarebbero alimenti e cosmetici, o prodotti destinati a fornire altre industrie. Stando a tali dichiarazioni, bisognerebbe controllare l’efficacia drogante di ogni singolo prodotto, cosa quasi impossibile, anche perché ci si basa su una probabilità di effetti psicotropi derivanti da composti presenti nella cannabis.

In realtà, come ben sappiamo, anni di ricerche hanno reso evidenti i benefici legati al consumo di CBD che non esercita alcuna influenza sulle nostre facoltà fisiche o mentali. Naturalmente, tutto ciò andrebbe a discapito non solo dei consumatori, ma soprattutto delle attività sorte in questi anni, specializzate nella produzione e nella vendita di tutti i prodotti derivanti dalla canapa.

Si tratta fortunatamente di una decisione provvisoria che trova un’applicazione limitata finché non si prenderà una decisione definitiva. Non c’è chiarezza nelle indicazioni fornite da tale decisione, per cui né il cittadino né il commerciante possono comprendere le condizioni che potrebbero essere suscettibili di sanzione.

25 luglio: la decisione della Cassazione

Appurati i limiti della scorsa normativa del 2016, il 25 luglio la Camera dei Deputati intraprenderà la discussione sulla proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis. Il 26 luglio potremmo già avere il risultato di tale discussione, così da avere, finalmente, un quadro chiaro della situazione. Tale decreto si sostituirebbe a quello precedente ed implica una modernizzazione dell’Italia sotto quest’aspetto, poiché come accaduto in altri Paesi, si chiede una legalizzazione completa della marijuana.

Questa proposta, concretizzata in un Disegno di Legge, prevede anche la possibilità di un uso a scopo ricreativo della cannabis e rende legale l’autoproduzione. Sarà possibile coltivare fino a 3 piante, detenere 15 grammi in casa e 5 fuori. Tutto ciò è stato proposto dal Movimento 5 stelle con lo scopo di sottrarre il commercio della cannabis al mercato nero e rispondendo finalmente a delle esigenze mai soddisfatte con le leggi precedenti.

Milano: growshop e boom di vendite

Il vuoto legislativo non ha arrestato le vendite di prodotti a base di cannabis light, infatti, Milano ha registrato un elevato tasso di vendita dovuto ai numerosi negozi specializzati nel settore. Noi di Legal Delivery abbiamo cercato di rendere l’acquisto di cannabis light molto più rapido e veloce. Mettiamo a disposizione dei clienti molte varietà tra cui scegliere in base ai propri gusti ed esigenze, inoltre, il prodotto selezionato vi arriverà a casa in soli 30 minuti.

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